La bambola

Qualche tempo fa viveva in una casa vicino al centro di Verona, una normalissima coppia di genitori, Alessandro e Mina. La loro figlioletta di nove anni, invece, si chiamava Luna. Luna era una ragazza poco socievole, molto chiusa in se stessa ma molto intelligente. Nonostante la ragazzina non avesse amiche amava molto giocare con le bambole che i genitori le regalavano sempre e sfogava tutta la sua solitudine giocando tutto il pomeriggio con esse. Da buoni cristiani, Alessandro e Mina portavano spesso la figlia al catechismo in una chiesa che era edificata nei pressi della loro casa. Luna aveva un ottimo rapporto col parroco, forse la sola persona con cui riusciva ad aprirsi totalmente. Parlava sempre di se e del suo rapporto coi genitori e i due erano affezionatissimi, tanto che il parroco, per il suo compleanno, decise di cederle una bambola che aveva sempre tenuto. Non era la solita Barbie e forse non era adatta ad una bambina, poiché era una bambola di porcellana di quelle che si tengono sui letti come arredamento. Tuttavia, il parroco decise di cedergliela sapendo della sua passione per quel tipo di oggetti. Luna ne fu molto felice e la portò subito a casa con se. Lungi dal tenerla sul letto come ornamento, cominciò a giocarci così come faceva col resto delle bambole. Sviluppò però, col tempo, una sorta di predilezione verso quella bambola in particolare. La madre, che a volte la controllava mentre era intenta a giocare nella propria camera, pensò che quell’affetto fosse legato dal fatto che il giocattolo le era stato regalato dal parroco e forse anche perché ultimo arrivato fra gli altri. Luna amava spazzolarle i capelli e a volte, la madre la sentì parlare con essa sottovoce, come se le bisbigliasse delle cose all’orecchio. Pensò normale anche quest’aspetto e non disse niente al marito, ne tantomeno alla figlia. Poco tempo più in là, però, a notte fonda, mentre tutti dormivano, si udì un gran boato provenire dalla stanza di Luna, seguito da un suo grido spaventato, come se qualcosa le fosse caduto addosso. I genitori, terrorizzati e preoccupati per le sorti della piccola, piombarono nella sua camera e la trovarono seduta in terra, con le ginocchia incrociate, a parlare con la bambola “Non è successo niente, non preoccuparti”. I genitori chiesero a Luna cosa fosse successo e lei indicò un armadio a parete che era praticamente crollato verso il centro della stanza. I due se ne accorsero solo quando accesero la luce…

Continua…

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