Identikit pt. 2

Quando l’omicida venne interrogato dai colleghi dell’agente Lauren, apparve in stato confusionale e disse di non ricordare nulla dell’accaduto. Ricordava solamente gli attimi prima dell’omicidio e disse di aver ricevuto consiglio di uccidere la propria moglie da un uomo “vestito come una agente dell’Fbi”. Venne chiesto all’assassino di descrivere i lineamenti di quell’uomo così da fare un identikit. Quando lo presentarono all’agente Lauren, essa ebbe quasi un mancamento notando che l’aspetto corrispondeva in tutto e per tutto a quello dell’altro identikit e, quindi, ancora una volta all’agente che l’aveva affiancata per anni. Venne richiesta una perizia psichiatrica per l’assassino mentre la bimba tornò dai propri parenti, avendo detto agli agenti tutto ciò che sapeva sull’accaduto. Quando l’agente Lauren tornò nella casa del delitto, per ispezionare la scena, successe una cosa alquanto strana: un libro cadde dalla libreria, ed era “Mangia, prega, ama – una donna cerca la felicità”. Sembrò come se qualcuno l’avesse fatto cadere di proposito, ma nella casa, l’agente Lauren, era sola. Si accorse, subito dopo, che dal bagno proveniva un rumore d’acqua scrosciante. La doccia era accesa. Quando entrò nel bagno l’agente scoprì che sul vetro vi era una scritta, fatta col dito usando la condensa creatasi grazie al calore dell’acqua: “Ti amo ancora”. Tornata in centrale, Lauren interrogò nuovamente l’accusato. Egli sostenne di aver fatto quella scritta e quando gli venne chiesto il motivo, sostenne d’averla scritta secondo il consiglio dell’uomo dell’identikit, appena prima d’uccidere la moglie. Ricordò inoltre come, poco dopo l’omicidio, quella figura fosse praticamente sparita nel nulla. Non si è mai saputo nient’altro di questa storia ne di chi fosse quell’uomo, ma nella testa dell’agente Lauren è e sarà sempre il suo vecchio compagno, tornato apposta indietro per architettare quell’omicidio e per dirle, che nonostante la mancanza, l’amava ancora.

Elisa Lam e l’ascensore per l’aldilà

Questa non è una storia ma un fatto di cronaca realmente accaduto a Los Angeles. Elisa Lam era una ragazza asiatica che, nel 2013, è stata trovata morta all’interno di una cisterna per l’acqua, sul tetto del Cecil Hotel. Il cadavere era in avanzato stato di decomposizione e fu trovato solo grazie alle segnalazioni degli altri clienti dell’hotel, che riferirono di uno strano e cattivo odore proveniente dai rubinetti dell’acqua. Gli investigatori pensarono subito ad un caso di omicidio, poiché la cisterna era stata chiusa dall’esterno e sarebbe inoltre stato impossibile, per la ragazza, riuscire ad aprire da sola il portellone per entrare all’interno. Dell’assassino, però, non c’era traccia. Fu ipotizzato inoltre che il delitto fosse stato commesso da qualcuno appartenente al personale dell’hotel, in quanto l’accesso alle scale esterne che porta al tetto è accessibile solo grazie ad una chiave posseduta solo dallo staff. Tutti i membri del personale però, godevano di alibi indistruttibili e avvalorati da numerose testimonianze. Il caso sembrava non avere risoluzione fin quando gli investigatori controllarono le registrazioni delle telecamere di sicurezza dell’albergo. Quello che videro li lasciò letteralmente a bocca aperta. Dalle registrazioni della telecamere posta sull’ascensore, infatti, poterono osservare gli ultimi istanti di vita della ragazza che tentava probabilmente di salire verso il tetto. L’ascensore però non sembrava funzionare, nonostante Elisa premesse ripetutamente diversi tasti. Ciò che lasciò più perplessi gli inquirenti però, furono gli strani movimenti eseguiti dalla ragazza all’interno e all’esterno dell’ascensore. Elisa infatti, inizialmente sembrava nascondersi da qualcun altro presente al piano, ma ad un tratto, cominciò a gesticolare in maniera strana e indecifrabile, come a voler comunicare con qualcuno li presente;la telecamera, però. non immortalò nessun altro oltre lei. Numerose furono le domande senza risposta che sorsero da queste nuove prove, ma la faccenda venne considerata da molti conclusa,quando si sparse voce che il computer di Elisa fu controllato dalla polizia, con risultati decisamente agghiaccianti: nella cronologia dei siti web visitati, venne trovato l’indirizzo di un sito coreano, nascosto ai motori di ricerca e non accessibile a tutti. I tecnici che trovarono quel sito rimasero sconcertati ricordando il video dell’ascensore. C’era infatti una sola pagina visitata da Elisa, relativa ad un rito esoterico chiamato “Ascensore per l’aldilà”. Non c’era nessun tipo di spiegazione su di esso, se non le regole da seguire per compierlo:

“1) Hai bisogno di un ascensore all’interno di un edificio che abbia almeno dieci piani.
2) Hai bisogno di essere solo. Se qualcuno entra mentre stai eseguendo il rito, ricomincia da capo.
3) E’ bene che tu non provi a filmarti o fotografarti mentre esegui il rito. Potrebbe non funzionare.
Queste sono le azioni che dovrai compiere:

Prendi l’ascensore al primo piano.
Una volta entrato, premi il tasto per il quarto piano. Quando sei al quarto, premi il tasto per il terzo, poi ancora per il sesto e, sempre quando sarai li, premi per andare al quinto piano.

Quando arriverai al quinto piano, entrerà una ragazza nell’ascensore. NON guardarla negli occhi, NON parlarci, NON fare caso a lei. Lei non è quello sembra. Una volta entrata la ragazza, premi ancora per arrivare al secondo piano, poi, premi il tasto del decimo piano.

A quel punto ci sono due possibilità: l’ascensore, invece di salire, potrebbe scendere fino al primo piano. Se succede questo, esci SUBITO dall’ascensore, non voltarti e non parlare con la ragazza. Lei ti chiederà “dove stai andando?”, tu NON risponderle per nessun motivo al mondo.

Se invece l’ascensore andrà fino all’ultimo piano, esci sul corridoio e, se il rito è andato a buon fine, intorno a te sarà tutto buio e non ci sarà nessuno. Puoi controllare qualsiasi apparecchio elettrico tu abbia con te, se sei arrivato a destinazione, non funzionerà. Per tornare indietro, devi tornare nell’ascensore. La ragazza non ci sarà più, NON chiederti dove è andata e NON chiederlo ad alta voce. Per tornare indietro, a questo punto, devi premere tutti i tasti che hai premuto all’inizio ma in ordine inverso. Quando sarai di nuovo al primo piano, se le luci funzioneranno e incontrerai qualcuno, sarai uscito correttamente dal rito. Controlla le apparecchiature elettriche se hai ancora dubbi.”

Si dice che il sito è stato chiuso dalle autorità in seguito all’accaduto e nessuno ha mai dato spiegazioni sul delitto.
Qui sotto trovate il video di Elisa e, forse, della ragazza dell’ascensore.